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L’Ai al Festival della Robotica, questo è già il presente

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L’Ai al Festival della Robotica, questo è già il presente

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In collaborazione con Fondazione Tech-care

L’esperto: 'Già usata in medicina per la riabilitazione motoria'

PISA, 20 maggio 2023, 15:56

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Paolo Ferragina, docente di algoritmi del dipartimento di informatica dell’Università di Pisa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Ferragina, docente di algoritmi del dipartimento di informatica dell’Università di Pisa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Paolo Ferragina, docente di algoritmi del dipartimento di informatica dell’Università di Pisa - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Fondazione Tech-care

"L’intelligenza artificiale, applicata ai dispositivi di riabilitazione e abilitazione di persone che hanno subito eventi traumatici oppure di persone con problemi motori dalla nascita, offre feedback, personalizzazione e adattamento dei percorsi. Questo non è il futuro, ma il presente: abbiamo dimostrato come queste tecnologie sono già a disposizione delle persone nelle strutture non solo di ricerca ma anche ospedaliere”. Lo ha detto Paolo Ferragina, docente di algoritmi del dipartimento di informatica dell’Università di Pisa, ospite della seconda giornata del Festival della Robotica a Pisa: la manifestazione, organizzata dalla Fondazione Tech Care e che si conclude il 21 maggio, è di carattere scientifico-divulgativo ed è declinata nei temi di agricoltura, cinema, arte, cultura, ingegneria, medicina, educazione, commercio e industria, e intelligenza artificiale.
 
"Telemedicina, telemonitoraggio (post-operarorio) e teleassistenza - ha spiegato Ferragina - sono dispositivi che i pazienti portano a casa e usano nel loro quotidiano per riabilitare le loro funzionalità. Il connubio tra hardware e software sta diventando estremamente rilevante e ha un impatto enorme per la sostenibilità”. La riabilitazione, infatti, ha osservato, “è molto più efficace in termini di velocità nella riabilitazione della persona ma anche di sostenibilità economica sia dal punto di vista dello Stato che personale perché le persone possono svolgere le attività da casa". "L’applicazione dell’intelligenza artificiale - ha sottolineato il professore - porta a due tipi di democratizzazione. Da un lato, la speranza che siano alla portata di tutti nel futuro, legata all’abbassamento dei costi. Dall’altro, la democratizzazione verso tutti quei Paesi che non possono permettersi un medico. Mentre un medico non è replicabile, un dispositivo sì e abbastanza facilmente. Le nuove tecnologie potranno portare le cure in situazioni e zone che non le dispongono. La combinazione tra tecnologia, scienza, ricerca scientifica e sinergia tra personale medico e ricercatori è fondamentale".
 
Sui rischi dell'intelligenza artificiale Ferragina è "cauto, ma ottimista". "Questa rivoluzione dirompente - ha concluso - ha aperto scenari che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili. È necessario far sedere tutti gli attori coinvolti in questa rivoluzione intorno a un tavolo per definire delle regole evolutive. L'Italia sta contribuendo con numerosi ricercatori a livello europeo per definite queste regole. Bloccare l’evoluzione della scienza non è possibile. Possiamo cercare di controllarla e governarla in modo che gli elementi positivi e i benefici siano enormemente superiori rispetto a quelli negativi".

ANSAcom - In collaborazione con Fondazione Tech-care

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